Se ne parla a lezione: il Messiah di Händel

caso e necessità[…] Alle prime parole sussultò.”Comfort ye”, così iniziava il testo. “Consolati!”: emanava un potere magico da questa parola, anzi no, non una parola ma una risposta, la risposta di Dio, coro degli angeli che scende dall’alto dei cieli fino al suo cuore dolente. “Comfort ye”, come si risolleva l’anima umiliata al suono di questa parola creatrice, generatrice! Non aveva ancora terminato di leggere il testo e già le parole si scioglievano in melodia, si facevano canto, suoni, voce vibrante. Quale gioia, le porte si erano spalancate, ed egli udiva, sentiva di nuovo in musica!  Voltava una pagina dopo l’altra, con mano tremante. Sì, questa voce lo cerca, lo chiama, ogni parola lo avvince con un potere irresistibile. “Thus saith the Lord”, “Così parla il Signore”: non è forse rivolta a lui questa frase, a lui solo, non è questa la stessa mano che l’ ha atterrato, e che ora pietosa lo risolleva? “And he shall purify”, “Ti renderà puro”, sì questo era accaduto: dissolte come d’incanto le tenebre dal cuore, irrompe limpida e sfolgorante la cristallina chiarezza della luce che si fa musica. […]

Stefan Zweig, La resurrezione di Georg Friedrich Händel, Adelphi

 

Grazie Clelia, grazie Luisa.

4 Risposte to “Se ne parla a lezione: il Messiah di Händel”

  1. How beautiful are the feet
    (aria: soprano – Larghetto)

    How beautiful are the feet
    of them that preach
    the gospel of peace,
    And bring glad tidings
    of good things.

  2. Amici Bloggers,
    vi segnalo il concerto di questa sera, martedi 16 dicembre 2009, ore 20.45 all’Auditorim Melotti (corso Bettini, piazza del MART) di Rovereto.
    Per la Stagione dei Concerti dell’Associazione Filarmonica di Rovereto la prestigiosa Orchestra Sinfonica di Stato della Radiotelevisione di Mosca (direttore Nicola Giuliani) proporrà di Sergej Rachmaninov il Concerto n. 2 in do minore op. 30 per pianoforte e orchestra (pianista Giuseppe Albanese) e di Antonin Dvorak la Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 (“Dal Nuovo Mondo”).

    Il Concerto n. 2 in do minore op. 30 per pianoforte e orchestra di Rachmaninov è una delle composizioni più riuscite del Compositore e senza dubbio il più famoso dei suoi concerti per pianoforte e orchestra.

  3. Ever’y valley

    Song: Tenor – Andante

    Ev’ry valley shall be exalted,
    and ev’ry mountain, and hill made low
    the crooked straight,
    and the rough places plain.

  4. Nella splendida sede del Teatro Bibiena di Mantova è in corso la rassegna “L’Armonia e l’Invenzione” con una serie di concerti di musica del sei-settecento.
    Il 25 aprile si è potuta ascoltare la bravissima soprano Roberta Invernizzi che ha interpretato Arie d’Opera di Händel insieme all’Arìon Consort diretto da Giulio Prandi.
    Il due maggio sarà la volta di Giuliano Carmignola considerato uno dei più importanti violinisti per il repertorio barocco. In programma dei Divertimenti di Haydn e Mozart scritti per un piccolo organico di archi e fiati.
    Il programma completo è consultabile sul Web alla pagina
    http://www.mantova.com/IMH00004.asp
    Sempre dal web (pagina ufficiale del comune di Mantova) ecco la descrizione del TEATRO BIBIENA
    Costruito tra il 1767 e il 1769, il gioiello settecentesco della città fu progettato dal parmense Antonio Galli Bibiena su commissione del rettore dell’Accademia dei Timidi, conte Carlo Ottavio di Colloredo, con la finalità di ospitare principalmente adunanze scientifiche , ma aperto anche a recite e concerti. Il teatro, non più a gradinata come quelli rinascimentali, presenta una pianta a forma di campana ed è disposto su più ordini di palchetti lignei, secondo il genere di struttura inventato nel Seicento e che ormai imperava.
    Con vivacità prodigiosa pari alle risorse dell’estro, l’architetto Bibiena adempì in soli due anni all’obbligo che nel 1767 aveva contratto coi Timidi: ideò lo speciale teatro, ne diresse i lavori di fabbrica ed infine, con abilità di pittore oltre che di architetto, affrescò personalmente gli interni dei numerosi palchetti con figurazioni monocrome, anch’esse documento prezioso dell’attività artistica dell’insigne maestro. La classica facciata fu invece realizzata da Giuseppe Piermarini da cui trae il nome il salone posto al primo piano del teatro.
    Lo “scientifico”, finito di tutto punto, il 3 dicembre 1769 poteva essere ufficialmente inaugurato: risultava essere un gioiello squisito per gli equilibri fra movimento ed eleganza e una delle formulazioni architettoniche più significative del tardo Settecento europeo. Poco più di un mese dopo l’inaugurazione, il 16 gennaio 1770 il giovinetto Wolfgang Amadeus Mozart, appena quattordicenne, giunto a Mantova nel giro della sua prima tournée italiana, consacrava l’incipiente vita del leggiadro teatro “scientifico” dandovi insieme al padre Leopold un memorabile concerto.
    Tuttora il teatro viene utilizzato per ospitare rassegne musicali, concerti e convegni di alto livello.

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